E' un evento atteso perchè permette agli studenti di scuole diverse di entrare in contatto e conoscersi e alle aziende di presentarsi e di intervistare potenziali "reclute"...
Venerdì 21:
La giornata comincia presto con una intervista alle 8.30 sulla 57esima. Uffici lussuosissimi al trentaquattresimo piano di quest'edificio particolare con la facciata parabolica. "Si accomodi in quest'ufficio, qualcuno verrà in pochi minuti" mi dice la donna che mi accoglie e mi sento Tess McGill in "Una Donna in Carriera" quando le danno il suo nuovo ufficio alla fine del film (ce l'ha fatta, lei!); non appena rimango solo nell'ufficio mi viene voglia di urlare di fronte alla vista mozzafiato sulla City....
Comunque, subito dopo torno a casa ad abbracciare la famigliola e a prepararci per la gita al giardino botanico di New York per una famosa esposizione di trenini elettrici che Marcello aspetta da tempo. Un veloce boccone e siamo alla metropolitana. Il viaggio è lungo, dobbiamo arrivare nel Bronx però alla fine raggiungiamo il posto e ci resta un breve tratto a piedi per la nostra destinazione. Il Bronx si presenta piuttosto squallido e povero, fa davvero impressione la differenza di stile di vita e urbanizzazione rispetto a Manhattan....
Il giardino botanico è davvero bello, tanto verde e tranquillità, un'oasi di pace e tante attività per i bambini. Facciamo una lunga passeggiata alla scoperta della natura, della flora e la fauna, come si diceva alle scuole elementari, e a Marcello fanno piantare dei semi in un vasetto che ci riportiamo a casa con la speranza che germoglino.Il grande padiglione della serra ospita la mostra dei trenini e lo spettacolo è valso il viaggio: vediamo trenini di ogni sorta in una New York ricostruita in miniatura in legno e immersa nel verde
. Marcello si diverte e non smette di correre da una parte all'altra per vedere il passaggio dei convogli...Torniamo a casa attanagliati da un freddo polare ma per me è solo una breve sosta; giusto il tempo di mettermi in giacca e cravatta e scendere nuovamente per andare al cocktail di apertura della conferenza. Prendo il bus 57 sulla 57esima (ovviamente!) fino a Columbus Circle e da lì proseguo a piedi fino all'Empire Hotel su Broadway e la 63esima.
Il cocktail è organizzato sul rooftop dell'hotel, sono in fila in attesa dell'ascensore, insieme a un signore attempato e una ragazza. In ascensore i due iniziano a conversare e in un attimo anche io sto parlando con loro.
Il vecchio signore:"Ah, anche lei alla NOVA conference..." e io "si, sono a NYU Stern in exchange ma vengo da Madrid, Instituto de Empresa...."e lui: "Ah davvero! fantastico, io sono nel consiglio di amministrazione di IE, che grande scuola! loro si che sono davvero una scuola global...se lo immagina quei presuntuosi di Bocconi a invitarmi nel loro board? sono cosi chiusi e provinciali!" e continua "vede, io sono il veterano di Canistracci Oil, nessuno in azienda ha una anzianità maggiore e conosco tanta gente qui a NY. Il mio ruolo in effetti è di mettere in contatto Canistracci Oil in Italia con i pezzi grossi della City".
Intanto l'ascensore è arrivato al piano, così entriamo e il signore mi prende per il bracico e mi dice "venga, togliamoci i cappotti e beviamo qualcosa, voglio sapere come si trova in IE". Cosi prendiamo un drink e gli racconto di quanto mi è piaciuta l'esperienza spagnola; lui mi invita a scambiarci i biglietti da visita e così realizzo che sto parlando con un Senior Vice President (SVP) di Canistracci Oil, la maggiore azienda italiana del petrolio. Raggiungiamo altre persone e facciamo un pò di chiacchere; io gli dico che mi interessa la finanza ma lui ribatte "lasci perdere la finanza, il petrolio è meglio...". La situazione è esilarante, sembra di essere in un film e mi scappa da ridere....ho appena vissuto il più classico "elevator pitch" come ci insegnano nelle business schools....
La serata prosegue, inizia ad arrivare tanta gente e mi lancio nelle conversazioni per conoscere nuove persone, sempre attento a mettere qualcosa sotto i denti e ad avere il bicchiere pieno. Rivedo finalmente Gianma dopo un sacco di tempo, era la fine di agosto quando ci incontrammo al mio arrivo a NY. Lui come al solito è uno spasso puro, la sua compagnia mi mette sempre di buon umore; gli racconto del SVP di Canistracci Oil e lui mi dice "grande! non lasciartelo scappare...".
Ci sono MBA da tutti gli Stati Uniti e non solo e tutti cercano di parlare con tutti ed essere brillanti e impeccabili. Ad un certo punto, mentre parlo con Gianma, arriva di nuovo il vecchio signore e mi prende ancora per il braccio "venga, le presento una persona..."; mi trascino dietro Gianma e lo seguiamo. "Ora le presento l'Astro Nascente di Canistracci Oil, faccia due chiacchere con lui, gli stia dietro, è una persona interessante..." mi dice.
Così arriviamo da questo tipo, ci presentiamo, scopro in seguito che anche lui è un SVP di Canistracci Oil ed è il responsabile della divisione M&A (Fusioni&Acquisizioni); rimaniamo a scambiare qualche chiacchera per alcuni istanti......ma lui insiste nel dire che conosce mio padre e io continuo a ripetergli che non è possibile...
Io e Gianma dopo un pò ci guardiamo e pensiamo la stessa cosa, il tipo sembra squinternato, dice cose senza costrutto che quasi scappa da ridere; e pensare che è l'astro nascente...
La conversazione finisce e una cosa su cui io e Gianma ci troviamo decisamente d'accordo riguardo alla serata è che le ragazze seminude che servono i drink sono abbondantemente sopra la media, probabilmente la parte più interessante della serata; non solo sono carine ma sono anche simpatiche!
Si è ormai fatto tardi, siamo rimasti in pochi ed è ora di tornare a casa. Io, Gianma e Mario, conosciuto in precedenza, scendiamo in strada, fa un freddo cane, non riesco a parlare e tremo tutto. All'altezza di Columbus Circle ci salutiamo e io mi avvio sulla 57esima sperando in un bus che non si vede. Non riesco a rimanere fermo, il vento è gelido e mi sembra di morire assiderato col mio cappottino. Inizio a corricchiare fino alla fermata seguente e poi corro più veloce ancora per un'altra fermata. Correndo sento meno freddo, anche se non sono vestito all'uopo, così continuo a correre e la cosa mi diverte. Sento il cuore che mi scoppia, le gambe che mi fanno male e il fiato che mi manca ma alla fine arrivo a casa. Anche il doorman mi rimprovera dicendomi che dovrei mettere almeno dei guanti. Penso tra me e me "diavolo, io ce li avevo i guanti, la sciarpa e il cappello...se solo sapessi dove sono finiti..."
Sabato 22:
La mattina dopo fa ancora più freddo, si inizia alle 8.30 - Dio che follia! - all'Italian Academy della Columbia University. Ci sono 24 gradi farenheit quando sbuco dalla Subway ed entro nel Campus di Columbia e...wow! questa è davvero l'idea della univerità americana che avevo, grandi prati e biblioteca che sembra la Casa Bianca.

Fortunatamente si inizia con una colazione calda così posso riprendere calore e approfittarne per conoscere persone. La mattinata prevede due panels, uno sulla produttività italiana e uno sulla meritocrazia. Il primo è davvero una noia mortale, nonostante i panelists siano personaggi di buona caratura; il secondo è più interessante e con la sorpresa che l'Astro Nascente, fra i panelists, dà una prova di se davvero diversa dalla sera prima. E' lui a fare il discorso più interessante, in perfetto inglese e con argomenti solidi e ricchi di citazione. Io e Gianmaria ci guardiamo di nuovo negli occhi e restiamo esterrefatti.
La giornata scorre lentamente e il pomeriggio è piuttosto soporifero, con le aziende a presentarsi, senza fare una grande figura in verità. Mi viene davvero da dubitare che io voglia lavorare per loro, anche se la realtà al momento è che loro non ci pensano minimamente a farmi un'offerta!
Alla fine delle presentazioni c'è il rompete le righe...ci si rivede in serata per la cena di gala al Rockefeller Center nella Rainbow Room.
Così Io, Gianmaria e Filippo, anche lui in exchange e arrivato da Tuck, andiamo a casa mia per trascorrere in comodità e al calduccio il tardo pomeriggio. Barbara e Marcello ci accolgono caldamente, mi sembra un secolo che non vedo il piccolino e ho una tale voglia di stringerlo. Ci sono tanti saluti e abbracci specialmente con Gianma che non vede Barbara da una vita. Passiamo un bel momento insieme, loro sono impressionati dalla bellezza della casa e per di più Barbara ha anche preparato la pizza fatta in casa e la torta di mele, quindi siamo tutti felici e contenti.
Alle otto ci avviamo e raggiungiamo Rockefeller Plaza in taxi (il primo che prendo da quando sono qui a NYC). La serata è fredda ma meno che la sera prima e la piazza è bellissima con le luci della notte e i preparativi per il Natale, la pista di pattinaggio sul ghiaccio e l'enorme Albero di Natale ancora nascosto perchè l'allestimento avverrà solo nei prossimi giorni.
C'è coda all'ascensore per salire alla rainbow room ma infine arriviamo al 65esimo piano e la vista è assolutamente pazzesca: 360° di veduta sulla città da quest'altezza tolgono il fiato....si vede L'Empire di fronte a noi e poi l'Hudson river sulla destra, il Central Park alle spalle e l'East side alla sinistra, semplicemente indimenticabile.





La cena è offerta da Cipriani, credo che qui a New York sia un nome. La prima parte è a buffet, con apprezzabilissimo aperitivo Bellini, mi dicono inventato proprio da Cipriani, mentre la seconda parte è servita al tavolo. Ci sono un pò di personaggi cosiddetti importanti e ovviamente tutti cercano di parlare con più persone possibile. La musica in sottofondo ha quel volume giusto che fa piacere e non disturba, sembra quasi tutto finto e da cartolina. Il discorso dell'ospite d'onore della serata è però deludente, il volume è basso e semplicemente non si sente niente. In generale durante tutta la conferenza la sensazione dominante è stata che gli speaker italiani siano poco coinvolgenti, per non dire molto noiosi.
Verso l'una la serata di gala si è esaurita ma l'organizzazione prevede un trasferimento al Marquee, un club che gode di una certa popolarità qui a NY. La ragazza israeliana al nostro tavolo ha cercato durante tutta la cena di convincerci ad andare così abbiamo concesso un vago "forse"; purtroppo una volta in strada, i tentativi di dileguarsi falliscono e nonostante siamo distrutti dalla stanchezza alla fine cediamo e con un taxi raggiungiamo il locale. La ragazza ci fa saltare la fila ed entrare senza pagare un dollaro, ma quando le chiedo cosa abbia detto al tizio all'ingresso per farci entrare così, farfuglia di averlo miancciato non so di che, bah!
Il locale all'interno non è affollato......moooolto di più! praticamene non solo non è possibile camminare, ma nemmeno stare fermi senza sentirti pressato dalle persone attorno a te, una cosa che io non riesco davvero sopportare. La musica è assordante, nessuna chance di scambiare chiacchere con qualcuno. Seguendo il consiglio di Gianma buttiamo i cappotti in un angolo, visto che al guardaroba la fila è lunghissima. Qualcuno mi grida nell'orecchio che abbiamo un tavolo da qualche parte così inizio a muovermi per raggoiungerlo e procurami almeno un drink. Arrivo in prossimità del tavolo e ho afferro un bicchiere e una bottiglia ma una tizia digrigna i denti e guardandomi in cagnesco mi dice di posare il suo osso! Avevo sbagliato tavolo! il nostro era giusto un metro e un muro di gente più in là.
Alla fine mi diverte l'idea di essere in club di NY però in sincerità la serata è abbastanza orrenda, il BOTW madrileno era assai più divertente perchè almeno conoscevo tutti. Così, dopo aver trascorso una ragionevole quantità di tempo schiacciato come una sardina e aver sentitamente concordato con Gianma che la qualità delle ragazze presenti è "disappointing" a paragone della sera precedente, infine decidiamo di levare le tende. Però purtroppo abbiamo una piccola sorpresa: i nostri cappotti sono spariti! "accidenti, che fregatura" dico pensando al freddo fuori e all'idea di no avere più un giaccone caldo per il resto della mia permanenza a NY. Gianma però spegne la mia vena drammatica. La realtà è meno romantica, gli usceri hanno semplicemente sequestrato i cappotti e li hanno portati al guardaroba per spillarci qualche dollaro.
Uscire dal locale si rivela più difficile che entrarci, al guardaroba la fila è lunga e tortuosa. Quando infine arriva il nostro turno ci restituiscono i cappotti e voglio 12 dollari. Io porgo una banconota da venti e la tizia mi guarda e dice "that's it?". Che diavolo vuole dire? noi avevamo solo tre cappotti quindi le dico ok. Gianma mi dice "guarda che quella ti vuole scucire la mancia" così incattivito e da vero gentleman le urlo di darmi indietro 8 dollari e ce ne andiamo.
La notte è fredda ma in modo sopportabile e le strade sono ancora piene di gente. E' bello stare fuori e camminare così facciamo un pò di strada insieme. Sono ormai le tre del mattino e sono dall'altra parte della città. Raggiunta la Subway saluto Gianma che torna nel New Jersey e decido di proseguire a piedi. Mi piace camminare così nella notte, la città pulsa di vita e sembra molto sicura cosi decido di arrivare a piedi fino a casa. Ora la stanchezza sembra passata come capita quando superi l'ora X di notte e ti viene voglia di vedere l'alba. Alla fine cammino per oltre tre miglia ed è bello ed estenuante. Alle quattro del mattino sono finalmente a casa. Barbara si è svegliata ed è divertente parlare con lei e raccontarle la serata. Dopo poco però si sveglia anche Marcello ed è meno bello, soprattutto pensando alla sveglia dell'indomani mattina.
Domenica 23:
Alle nove sono letteralmente in come, incapace di aprire gli occhi e di connettere. Ci pensa Marcello a spingermi giù dal letto e buttarmi sotto la doccia, l'unica cosa che possa aiutarmi in questo momento. Finalmente siamo all'ultimo giorno di conferenza. La seconda giornata di panels si svolge a NYU Stern mia scuola. Faticosamente riprendo conoscenza sotto l'acqua bollente e cerco perfino di radermi ma nonostante il tentativo di passare delicatamente con la lametta sulla pelle sotto l'acqua calda, il risultato è ugualmente un bagno di sangue. Non ne possi più, ho bisogno di riposare e stare un pò in famiglia ma decido di fare l'ultimo sforzo e esco per raggiungere la scuola.
L'atmosfera fra i reduci è decisamente di "resaca", molte occhiaie e sbadigli. Ad eccezione di un paio di interventi davvero imbarazzanti - uno dei quali di un parlamentare italiano - le discussioni sono abbastanza interessanti perchè toccano i temi legati alla crisi dei mercati degli ultimi mesi. A pranzo ho l'occasione di sedere vicino al SVP di Merrill Lynch Europe e scambiare qualche chiacchera interessante ma non riesco a passargli il mio biglietto da visita, nonostante il tentativo. Sono orami sfinito, così prima della fine mi dileguo letteralmente e fuggo verso casa dove trascorro il resto del pomeriggio e della serata agonizzando sul divano in una sorta di coma sonnolenta ma contento di essere tornato al focolare domestico. Nel mio stato di assenza sento Marcello che salta sulla mia schiena perchè vuole giocare e finalmente mi sento felice.
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