Tuesday, December 16, 2008

Ultima Notte a NY...

Gli ultimi giorni sono letteralmente volati come la luce e mi ritrovo qui ora, a casa di mia madre, a concludere il racconto di questa avventura appassionante.



Martedì 16 Dicembre
La giornata inizia presto, sveglia alle 7, doccia e ultime stampe prima di correre a Stern per la presentazione del progetto finale in videoconferenza con Madrid. In metropolitana cerco di rimandare a mente le cose che voglio dire. Io e James ci vediamo direttamente a scuola e per prima cosa cerchiamo di chiamare Madrid per un test, tanto per essere sicuri che tutto sia a posto. Tutto bene, da Madrid ci accolgono calorosamente anche se con i capelli lunghi tutti mi trovano diverso.
Ore 10, la presentazione scorre senza intoppi e dopo un paio di domande finali io e James possiamo finalmente abbracciarci e congratularci per l'ultimo sforzo con IE prima della graduation.
Giusto il tempo di un caffè e di salutare James, in partenza nel pomeriggio e che rivedrò venerdi, e mi devo buttare nell'esame successivo. Avere completato l'esame finale con IE mi da una grande carica, così affronto il secondo esame di buon umore e dopo un paio d'ore e i crampi alla mano, mi libero anche del secondo impegno di giornata. Ci penso e non mi sembra vero, mi manca un ultimo esame e ho finito! E' l'una e il prossimo esame è alle sei, ho il tempo di mangiare un boccone e poi subito di corsa a prepararmi perchè non ho avuto veramente modo di studiare bene per quest'ultimo test. Neanche il tempo di sedermi nell'area studenti con vista su Gould Plaza che placidamente inizia a nevicare, con fiocchi grandi come lenzuola...
Il pomeriggio sembra interminabile, faccio molta fatica a trovare la concentrazione, vorrei aver già terminato e l'attesa mi consuma. Sento che le energie nervose sono quasi terminate ma oramai ci siamo. Alle sei incomincio l'ultima tappa e sento da subito che sono cotto...leggo le domande e non capisco nulla, mi sento vuoto. fortunatamente ci sono due ore quindi cerco di distrarmi qualche minuto e quindi riparto dalle domande più semplici. Il motore infne si avvia e cerco di spingere al massimo, raschiare il barile in cerca delle residue forze e termino anche quest'ultima fatica, letteralmente prosciugato.
La sensazione subito dopo è di immensa gioia e incredulità, d'improvviso mi sento leggero e senza nulla da fare a darmi preoccupazione. Insime a uno sparuto gruppo di amici usciamo sulla piazza sotto la neve e brindiamo con una bottiglia di spumante al traguardo faticosamente raggiunto.
Sulla via di casa mi guardo intorno come inebriato, l'atmosfera è magica, la neve cade abbondante, i suoni sono ovattati e mi sembra di galleggiare sulla strada.
Una volta a casa inizio a realizzare che è la mia ultima notte a NY, che devo dire addio alla città e alla casa e preparare i bagagli prima della partenza per l'Europa. Io e Monia mangiamo al volo la pizza avanzata dal giorno prima, dopodichè mi metto a sistemare le cose per l'indomani.

Mercoledì 17 Dicembre
Sveglia alle nove, colazione doccia e poi subito a fare l'ultimo giro per la città. E' bello camminare per le strade, scattare le ultime foto e comprare gli ultimi regalini. Mi mancherà stare qui, è davvero il centro del mondo.
Alle 3, dopo innumerevoli fatiche per chiudere le valigie strapiene, io e Monia saliamo sul taxi in direzione JFK e voltandomi indietro sento il dispiacere di dire addio a un'altra grande città.
Una volta in aeroporto inizia la mia personale passione. Il mio biglietto con Alitalia Millemiglia è per il venerdi, quindi sto correndo un rischio non trascurabile di non riuscire a partire oggi, se non riuscissi a fare un cambio. Ma Barbara, partita domenica, ha parlato con la supervisor del check-in e ottenuto rassicurazioni che mi faranno salire sull'aereo, vista la mia situazione (non vi racconto la balla che ci siamo inventati per suscitare pietà).
Ma la legge di Murphy è impietosa e così Alitalia decide di cancellare un volo da Newark sicchè i passeggeri vengono dirottati sul "mio" volo creando una situazione di overbooking che mi fa sudare freddo. La supervisor mi dice che cerchrà di farmi salire ugualmente ma che dovrò aspettare le sette, alla chiusura del check-in per la conferma.
Trascorro tre ore d'inferno, immobile, seduto sulle poltroncine vicino ai banchi del check-in, con sguardo fisso e speranzoso sulla supervisor. La mia ansia sale alle stelle ma quando infine arriva il mio momento riesco a ottenre la mia carta d'imbarco e correre all'aereo.
Mi sento incredibilmente sollevato ora e per di più la ragazza seduta al mio fianco e con cui farò il viaggio non è niente male...

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